SE UNA MATTINA D'ESTATE UN VIAGGIATORE

Ovvero: le confessioni di El Muffa.
Come sapete, noi di quelli che vengono abbiamo agenti segreti sparsi un po' dovunque, sia sul territorio nazionale sia sul territorio europeo. E amiamo spesso sguinzagliarli alla ricerca di scoop, in particolare se essi riguardano Mario El Muffa. Quasi sempre i nostri agenti hanno avuto successo nello svolgere queste operazioni "coperte": ricordiamo quando El Muffa fu pizzicato in montagna a Selva di Val Gardena, il 5 dicembre 2003,
o quando il medesimo fu avvistato all'aeroporto di Lisbona (marzo 2007), o quando fu visto a Giulianova tentare di spedire una lettera imbucandola in una cassetta delle poste di un'abitazione privata (agosto 2007), o, ancora, quando a metà dicembre dello stesso anno fu beccato a russare della grossa in una stanza d'albergo a Madonna di Campiglio. Ci sarebbero poi altri episodi, che evitiamo di raccontare per motivi di riservatezza e riserbo. Ma quest'ultimo non possiamo assolutamente tacerlo.
Veniamo pertanto al racconto del nostro agente in missione speciale.

GIULIANOVA, 12 AGOSTO 2008 - Questa mattina, intorno alle 8 e 40, El Muffa dalla stazione di Giulianova si è imbarcato sul treno che porta a Pescara Centrale. E, fin qui, tutto regolare: andava semplicemente a lavorare come ogni giorno. Sedutosi accanto ad un passeggere del quale preferiamo non fornire i dati personali, ha tenuto una conversazione del seguente tenore: "Teramo è veramente una città morta, chiusa, abitata da gente per lo più apatica, provinciale. Io la conosco bene, ci ho vissuto e ci ho lavorato per molti anni, ma ormai non ci vado quasi più. Certo, ogni tanto ci scappo, perché sono presidente di una squadra di calcetto di sfigati, quelli che vengono, l'hai mai sentita? Sopravvive solo grazie al mio interessamento, ma non so fino a quando avrò voglia di stargli dietro...".