venerdì 16 giugno 2006

I FATTI

PREMESSA:
Raccontiamo questa triste vicenda con un certo ritardo, volutamente. Da un lato non posiamo esimerci dall’esercitare il diritto-dovere di cronaca; dall’altro non abbiamo intenzione di esacerbare gli animi.
Passiamo al racconto.
Il redattore, giunto sul campo del Playground intorno alle 20 e 15, dopo uno stressante scrutinio che non gli ha permesso di partecipare alla partita, assisteva allibito alla seguente scena: sul campo c'erano due squadre ridotte all'osso: tre giocatori da una parte e tre dall'altra, che cercavano di contendersi il risultato in modo patetico.
Che cosa era successo?
Qui comincia la narrazione di una giornata particolare vissuta da quelli che vengono. Quello che segue è appunto il racconto di seconda mano, ricostruito attraverso le testimonianze dei protagonisti della vicenda, di quanto accaduto mercoledì scorso (14 giugno 2006) sul campo di calcetto di Contrada de Contro.
Pare che a un certo punto della gara El Muffa, sollecitato dai compagni di squadra, abbia scagliato la palla lontanissimo, per non consentire la rimessa in gioco da parte della squadra avversaria. Di fronte a quel gesto, Erso El Muto, senza proferire verbo – come è nel suo costume – ha abbandonato repentinamente il terreno di gioco, rientrando direttamente nello spogliatoio. Mario, dopo un attimo di incertezza e di incredulità, lo ha inseguito nel tentativo di farlo desistere dall’azione, ma è stato del tutto inutile.

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