martedì 21 ottobre 2008

Perché il maschio rincorra la palla è Cosa Nostra

Cose che capitano ai capo redattori...può capitare, dunque, che anche tua moglie, di solito così aliena verso il calcio e i suoi protagonisti, si metta a leggere il blog dei tuoi amici del calcetto - forse attratta dalla fama di tanti bei fusti? E che avanzi delle richieste via email alla redazione. Ecco, infatti, cosa ha scritto giusto ieri:

"Cara redazione, leggendo le ultime novità e gli ultimi commenti sul blog, mi è venuto il sospetto che potrebbe essere ancora attuale il vecchio pezzo intitolato "Perché il maschio rincorra la palla è cosa nota", pubblicato a suo tempo in "Qualche volta ritornano" e poi sul sito di quellichevengono.too.it (ormai miseramente abbandonato, a quanto vedo). Sperando di non sbagliarmi, prego la cortese redazione di volerlo ripubblicare, ponendolo all'attenzione di quanti non avessero avuto ancora modo di apprezzarlo. Grazie e buona lettura".
Carla

E, allora, eccola accontentata. Ma mi raccomando, non fate mancare i commenti, ché ci tiene tanto a quello che scrive! Forse perché una volta il prode G. C. Matè, ai tempi del mitico settimanale Derby, le chiese di tenere una rubrica tipo "Posta del cuore degli sportivi e non". Carla, non ancora mia moglie, accettò con entusiasmo la proposta. Peccato però che tutto naufragò in breve tempo, compreso Derby. Di lì a poco gli ampi locali che ospitavano la redazione del settimanale e i suoi freddi pavimenti in marmo sarebbero stati utilizzati da personaggi poco raccomandabili come luoghi per incontri erotici clandestini...

Eco comunque il "pezzo" scritto a suo tempo da carla per Qualchevolta ritornano:

«Perché il maschio rincorra la palla è cosa nota»

Perché il maschio rincorra una palla è cosa nota, mi dicevano (i maschi): è un gioco altamente simbolico, tutto racchiuso nelle gioie del goal, il pallone (maschio) che buca la porta (femmina). Quello che non mi dicevano era tutto il resto: ciò che avviene negli spogliatoi. Ma ora lo so. So che il motivo per cui si compiono sforzi sovrumani per organizzare e giocare una partita è quello: la calda intimità dello spogliatoio in cui consumare un rito collettivo fatto di maschie parole, vigorosi gesti e complici sguardi. E tutto solo perché questi "scalciatori" ignorano o addirittura negano la loro omosessualità latente. Sono individui che nell’inconscio dubitano dell’integrità del proprio orientamento sessuale. Ed allora come non comprendere il loro timore di poter adottare un comportamento omosessuale? Ben venga dunque l’alibi del calcetto, grazie al quale essi potranno accettare di esporsi all’atmosfera omosessuale pur continuando pubblicamente ad esprimere orrore e ripugnanza per l’omosessualità.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho frequentato qualche volta, per fortuna poche e soprattutto per pochissimo tempo tanto da evitare qualsiasi contagio, lo spogliatoio di quelli che vengono o, almeno, aspirano a venire. Debbo dire che non ho notato timori nell'assumere determinati comportamenti o dubbi inconsci del pioprio orientamento sessuale. Nessuno ignora o nega tendenze latenti. Nella calda intimità dello spogliatoio sono tutti dichiaratemente e orgogliosamente ... froci, senza esprimere mai orrore o ripugnanza per l'omosessualità. Anzi!!
Vincenzo