martedì 7 aprile 2009

Non sarà la stessa cosa

Nonostante i tragici eventi che stanno colpendo L'Aquila e che ci coinvolgono tutti, più o meno direttamente, ho deciso di pubblicare le foto più recenti di quelli che vengono, quasi a volerle contrapporre a quelle drammatiche che arrivano dall'Aquila e dai paesi vicini; quasi a voler creare un momento di tregua, o forse per voler ritrovare un momento di "normalità" in questi giorni di angoscia e, diciamolo pure, di terrore. Quasi tutti noi abbiamo parenti, amici, o conoscenti che vivono lì, a 40 km in linea d'aria da Teramo. Conosciamo i nomi di tutti i paesi colpiti, di molte zone dell'Aquila e dei suoi dintorni; abbiamo negli occhi le strade, le piazze, i monumenti e anche l'ospedale di quella città, per esserci stati tante volte, per diletto o per necessità. E adesso dovremo abituarci a un paesaggio nuovo, forse irriconoscibile. Non sarà la stessa cosa tornare al lago di Sinizzo o alle grotte di Stiffe o a Poggio Picenze o a Santo Stefano di Sessanio...No, non sarà la stessa cosa.
L'altro giorno - non so più nemmeno quando, avendo perso la nozione del tempo - ho ammirato Rino che dallo studio di Teleponte, pur visibilmente provato nell'animo, riusciva a dominare la commozione e a nominare quei posti, a leggere i relativi comunicati e resoconti man mano che arrivavano in redazione, senza piangere. Lo dico: non credo che ne sarei stato mai capace. E io non sono di quelle parti.
Mi hanno telefonato alcuni amici da Roma, mi hanno scritto anche i miei parenti dagli Stati Uniti per chiedere come stavamo da queste parti e come potevano dare una mano. Ho acceso il canale tv della BBC: le prime due notizie erano dedicate all'Abruzzo. Sono andato sui siti delle agenzie di stampa di mezzo mondo e anche lì l'Abruzzo era in prima pagina.
Si va diffondendo un sentimento di tragedia, come dopo l' 11 settembre del 2001. Ma in quel caso si individuò un nemico - reale o presunto - che servì a Bush da pretesto per realizzare i propri obiettivi e quelli della lobby delle armi, sfruttando la paura della popolazione statunitense. Qui il nemico siamo noi, è la nostra stessa incapacità di comportarci nel rispetto delle regole stabilite per il bene comune.

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