martedì 18 marzo 2008

IO, IL PAPA

C'era una volta Generoso Papa, nato in provincia di Benevento. Generoso, nei primi anni del 900 emigrò negli States, ove riuscì a costruire in un ventennio un colossale impero economico. Egli, che fu anche editore della testata «Progresso italo-americano», di tendenza fascista, amava fare beneficenza e benedire le opere cui prestava il proprio contributo.

Ci fu poi Michele Greco, capo della Commissione di Cosa Nostra (la famosa Cupola), che si faceva chiamare "il Papa". Durante il maxi-processo di Palermo, poco prima che la Corte d'Assise si ritirasse in camera di consiglio, prese la parola e diede la seguente benedizione: «Vi auguro la pace signor presidente, perché la pace è la tranquillità dello spirito e della coscienza, che sono alla base per giudicare».

Ci fu, ancora, Karol Wojtyla, ovvero Papa Giovanni Paolo II, che ad alcuni parroci della Capitale che gli avevano scherzosamente fatto notare come i tanti pellegrini giunti a Roma venivano salutati dal Papa nelle loro lingue, mentre i romani non udivano mai il vescovo di Roma parlare il dialetto locale, disse: «Volemose bene. Semo romani».

E, dulcis in fundo, c'è Mario El Muffa da Torino di Sangro, che, di fronte all'intervista al curaro rilasciata da El Muto, ha dichiarato testualmente per telefono:
«Prendo atto di ciò che dice Erso, ma non credo di dovermi scusare. Io mi limito a organizzare le partite; però per favore non scherziamo, cerchiamo di non trascendere e soprattutto evitiamo di scadere nel ridicolo! Per gli attacchi di Erso e di altri non me la prendo mai, non sono il tipo. Tutti sanno che, semmai, sono il primo a riderci sopra. Voglio anzi cogliere l'occasione per mandare un messaggio a Erso alla vigilia del mio rientro al Playground: "Caro Erso, ti abbraccio e ti ringrazio per quello che hai detto. In fondo so che scherzi". E poi, per dimostrare una volta per tutte che sono uomo di pace, vorrei concludere come farebbe il Papa, impartendo la benedizione Urbi et orbi e con il messaggio seguente: "Volemose bene"».

Ma Mario va oltre:
«Prometto solennemente, di fronte alla mia agenda, di venire a giocare mercoledì e sabato prossimi. Anzi, dirò di più, sabato porterò due colombe pasquali, anzi una, tanto una basta, no? Sarà il segno tangibile e inequivocabile di riconciliazione e spero che servirà a tacitare tutte le polemiche, e su tutta la linea! E la prima fetta la offrirò proprio a Erso».

Ma Werner Herzog, appresa la notizia, ha replicato per telefono: «Io quello lo stecco».

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